Come gestire lo stress del lavoro da remoto

La chiamano Remote Working Fatigue o anche Zoom Fatigue. È lo stress del lavoro da remoto che rende ancora più faticose le nostre giornate. Le cause? Alcune sono intuitive, altre un po’ meno. Vediamo insieme i risultati delle ultime ricerche e i nuovi comportamenti che possiamo sperimentare.

Il lavoro da remoto: una sfida e un'opportunità.

Come gestire lo stress del lavoro da remoto

Grazie ai sistemi di videoconferenza abbiamo avuto l'opportunità di lavorare e di rimanere in contatto con amici e familiari anche durante l’emergenza sanitaria.

E dopo più di un anno dall’inizio della pandemia ci muoviamo con grande disinvoltura nel mondo digitale.

Utilizziamo tanti sistemi di videoconferenza e sperimentiamo sempre nuove risorse in cloud per rendere utili, interessanti e interattive riunioni, presentazioni e lezioni online.

Abbiamo cambiato abitudini e organizzazione del lavoro molto più velocemente di quanto abbiamo mai fatto in passato.

A volte con molta disinvoltura, a volte con grande fatica.

Una fatica che ha colpito un po' tutti è la Remote Working Fatigue, la fatica del lavoro da remoto.

Lo stress e l'impatto della pandemia.

Come gestire lo stress del lavoro da remoto

Già normalmente il lavoro può causare stress.

Ma se a questo si aggiunge la paura per la salute dei propri cari e l'impossibilità di fare piani per il futuro, le giornate lavorative possono diventare veramente faticose.

Nell’ultimo anno molte persone e molte organizzazioni hanno spostato la propria attività dagli uffici alle case, ma hanno fatto molta fatica a comprendere che sarebbe stato necessario modificare anche l’organizzazione e gli stili di lavoro.

Una serie continua di lunghe riunioni in videoconferenza, una crescente difficoltà a mantenere un sano confine tra la vita privata e la vita professionale: uno stile di vita e di lavoro insostenibile già dopo i primi mesi di isolamento.

La fatica del lavoro da remoto: una definizione.

La fatica del lavoro da remoto causa un un affaticamento costante che non viene recuperato con una semplice notte di riposo.  Una sensazione di stanchezza che cresce nel tempo e che ci fa perdere energia, concentrazione e motivazione.

Può condurre a un vero e proprio burnout, soprattutto quando la Remote Working Fatigue è collegata a un uso eccessivo delle riunioni virtuali, alla loro lunghezza e alle modalità della loro organizzazione.

Le persone con cui ho lavorato nell’ultimo anno mi raccontano di lunghe giornate lavorative scandite da continue riunioni virtuali, una dopo l'altra, senza interruzione e, spesso, di serate passate a recuperare il lavoro individuale che non è stato possibile svolgere durante il giorno.

Come affrontare la fatica del lavoro da remoto.

Paola Cutaia Business Coach

Possiamo iniziare ad affrontare questo argomento riconoscendo che serve una nuova organizzazione del lavoro, nuove competenze per i leader che devono gestire gruppi online o gruppi ibridi e una maggiore consapevolezza individuale di ciascuno di noi.

Abbiamo bisogno di:

  • consapevolezza sull'impatto della pandemia sulla vita e sul benessere di ciascuno

  • una nuova organizzazione del lavoro, e quindi anche delle riunioni virtuali, basata sulla definizione di obiettivi chiari, sulla condivisione delle priorità e sull’uso efficiente del tempo e dell' energia delle persone

  • uno stile di leadership moderno e ancora più flessibile, rispettoso e inclusivo.

Fatica del lavoro da remoto: i risultati della ricerca di Stanford sulla Zoom Fatigue.

Stress da lavoro da remoto

Un team dello Stanford Virtual Human Interaction Lab  ha studiato le cause della fatica del lavoro da remoto e ha esaminato in modo molto approfondito  le conseguenze sulla nostra salute e sul nostro lavoro.

La ricerca condotta da Jeremy N. Bailenson, pubblicata il 23 febbraio 2021 su Thecnology,Mind and Behavior, evidenzia quattro motivi per cui videoconferenze troppo frequenti e troppo lunghe causano la Zoom Fatigue.

Le cause

un contatto visivo ravvicinato e molto intenso

In una riunione in presenza le persone un po' guardano chi sta parlando, un po' si guardano intorno, un po' prendono appunti.  Invece nelle riunioni online tutti guardano in viso tutti gli altri, a volte per ore. Una situazione innaturale e molto stressante visto anche che parlare in pubblico, per molti di noi, è di per se una fonte di stress.

guardare se stessi costantemente è faticoso

In videoconferenza abbiamo costantemente davanti a noi un riquadro con la nostra immagine. Osserviamo noi stessi mentre ascoltiamo, mentre parliamo e mentre il nostro viso esprime tutte le emozioni che stiamo vivendo.   

la nostra mobilità è estremamente limitata

Quando lavoriamo in presenza o quando telefoniamo possiamo muoverci: camminiamo o cambiamo posizione.  Invece in videoconferenza rimaniamo fermi nella stessa identica posizione.  Ne risentono il nostro corpo e la nostra mente. 

la comunicazione non verbale è più complicata

Una parte importante della nostra comunicazione è quella non verbale. Nelle videoconferenze anche questo aspetto diventa più complicato: i segnali non verbali devono essere molto più espliciti per essere visibili e allo stesso tempo possono essere più facilmente equivocabili. Una comunicazione quindi molto difficile e faticosa.

Quali soluzioni?

Le soluzioni più efficaci verranno dalle nuove modalità di organizzazione del lavoro, da nuovi stile di leadership e dalla modifica delle funzionalità dei sistemi di videoconferenza.

Nel frattempo la ricerca suggerisce di:

  • uscire dalla modalità schermo intero e ridurre le dimensioni della finestra della piattaforma di videoconferenza per ridurre al minimo le dimensioni del viso

  • attivare, dove possibile, l'opzione nascondi la visualizzazione personale, dopo aver verificato che il nostro viso sia inquadrato in modo corretto dalla videocamera

  • usare, quando possibile, una videocamera esterna, più lontana dallo schermo, per potersi muovere e prendere appunti in un modo simile a una riunione in presenza

  • spengere ogni tanto il proprio video durante le riunioni può essere una buona strategia individuale e una buona regola per i gruppi di lavoro

  • utilizzare ogni tanto nel corso delle riunioni la modalità di partecipazione solo audio.

Conclusioni.

La fatica del lavoro da remoto - Remote Working Fatigue - è un problema reale: colpisce più persone di quanto non si pensi e può aumentare in modo significativo il rischio di burnout

Dopo un anno di pandemia sono disponibili ricerche accurate sulle cause - alcune intuitive e altre molto meno intuitive - che aumentano questa fatica.

Mentre assistiamo alla trasformazione dell’organizzazione del lavoro necessaria per gestire con successo team online e team ibridi, possiamo sperimentare nuovi comportamenti per diminuire la fatica del lavoro da remoto e rendere le nostre giornate lavorative più piacevoli ed efficienti.

Vuoi approfondire l’argomento?

partecipa al progetto di ricerca di Stanford e misura il tuo livello di Zoom Fatigue

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Paola Cutaia Business Coach

Sono Paola Cutaia, Professional Certified Coach accreditata dalla International Coach Federation.

Credo fortemente che le organizzazioni di successo siano quelle in grado di generare nuove idee e produrre grandi innovazioni e che possano farlo solo sviluppando pienamente il potenziale delle loro risorse più preziose:  le persone.

Per più di vent'anni ho lavorato come dirigente e CEO di organizzazioni non profit, profit e governative. Mi sono occupata di consulenza industriale, sono stata National Director di Amnesty International Italia e capo della segreteria del Ministro per la cooperazione internazionale.

Oggi collaboro con Università e Business School, oltre che con società di consulenza italiane e internazionali.

Studio, sperimento e insegno nuove strategie e tecniche per portare innovazione nelle organizzazioni coniugando inclusione e performance.

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